giovedì 30 luglio 2009

'ndrangheta,maxi sequestro di beni

Beni del valore di oltre 60 milioni di euro, riconducibili al clan Mancuso di Limbadi (Vv), sono stati sequestrati dalla Dia di Catanzaro. Il provvedimento ha interessato 7 aziende, 193 unità immobiliari (tra terreni, appartamenti e fabbricati), 113 veicoli e numerosi conti correnti. I beni in questione erano nella disponibilità di Giuseppe Prestanicola, ritenuto imprenditore di riferimento dei Mancuso. Le imprese avevano appalti anche per la A3.
Ci sono anche alcune imprese impegnate nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria tra i beni sequestrati dalla Dia di Catanzaro a Giuseppe Prestanicola, di 47 anni, ritenuto dagli investigatori l'imprenditore di riferimento della cosca dei Mancuso.Nel provvedimento di sequestro i magistrati del Tribunale di Vibo Valentia fanno riferimento a "rapporti di interdipendenza" tra Prestanicola e la cosca dei Mancuso. L'imprenditore, che è attualmente detenuto, è stato arrestato nel febbraio scorso nell'ambito di una indagine della Dda di Catanzaro su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria.Le indagini della Dia di Catanzaro, che hanno portato al sequestro dei beni, hanno consentito di ricostruire gli assetti delle società del gruppo Prestanicola. Dagli accertamenti è emersa, inoltre, la sproporzione tra il patrimonio dell'imprenditore e le attivita'svolte ed i redditi che sono stati dichiarati. Il presidente dell'ufficio Misure di prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia ha nominato un amministratore giudiziario per la gestione corrente delle aziende sottoposte a sequestro.